lunedì 16 febbraio 2015

Swans - The Seer (2012)

Colgo l'occasione di questa recensione per svelare un piccolo segreto su me.
La maggior parte dei dischi attuali che ascolto li considero troppo lunghi.
Alcuni proprio estenuanti.
E non parlo solo di dischi lunghi, da più di 12 tracce ma anche quelli da 10 pezzi. Non lo so, considero il 99% delle canzoni che ascolto troppo lunghe, sbrodolate su stesse, che girano a vuoto e la stessa percentuale sono i dischi che mi sembrano pieni di pezzi inutili, semplici riempitivi per rimpolpare i concerti. Quanti sono i dischi che escono oggi che di 14 canzoni se salvano al massimo 6, cioè neanche la metà?
Tanti, troppi.
Non so quando prese questa smania di allungarsi ma amo gli anni 50 e (parte dei) 60 proprio per la loro essenzialità, per racchiudere un mondo intero nelle giro di 3 minuti o meno, per il suo accontentarsi di 8 tracce per dire quello che c'era da dire. I dischi che quando superavano i 40 minuti erano considerati lunghissimi.
E lo spessore di quei 40 minuti non può essere neanche paragonato ai 60 e passa di oggi.
Poi che c'entra, non è sicuramente una regola fissa visto che il mio album preferito è Sandinista!, ma la per la maggior parte delle volte è così.
Quindi che cosa dire di un album che dura 2 ore e diviso in 11 tracce? Un incubo. 
A meno che questo album non faccia dello sbrodolamento il proprio punto di forza, senza vergognarsi nemmeno un istante di essere un mattone indigeribile ma anzi allungandosi senza misure, in una dispersione di idee che confonde l'ascoltatore nel capire quali siano quelle valide e quali no.
E quindi che fare?
Semplice, scegliere o buttarlo via tutto o tenerselo tutto per sè, in tutti i suoi difetti e bellissimi pregi.
Nel suo essere una suite unica visto che anche nella stessa traccia tutto cambia e si passa dall'elettronica all'hard rock tutto assoli.
Avatar, un applauso scappa da sè). O tutto o niente.
Che questa è musica che non contempla nessuna era, nemmeno questa dove la musica è scomponibile e riordinabile come si vuole.
E vietato scomporla questa massa uniforme, vietato fare apprezzamenti per una traccia e l'altra (vabbè, apparte per

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