martedì 2 settembre 2014

Quegli anni zero

Ah, cmq io racconterò ai figli che non avrò che negli anni zero provai la felicità del primo bacio, non capivo dov'erano le macchine volanti che ci avevano promesso, affrontai la vera solitudine a colpi di fumetti Marvel e girate in bici, smisi di interessarmi al calcio quando un motorino fu scaraventato dalla curva nord del Meazza, odiavo la scuola come Rotten la odia in School Are Prisons, incontrai quelli che sarebbero stati per sempre i miei migliori amici, scorrazzavo con loro nei pomeriggi di sole con il motorino dove sopra a tutta velocità urlavo White Riot in memoria del vecchio Alex, scoprii il Mucchio ed iniziai ad ascoltare più musica possibile e non smisi mai più, pendevo dalle labbra di giornalisti come Santoro e Del Papa, persi 4 anni dietro un amore impossibile, odiavo la mia città come Bruce Springsteen odiava Asbury Park e mi sentii tradito come in Backstreets, persi più di una verginità nell'amata Firenze, distante 30 km ma solo per i cartelli stradali che per me in quella distanza cambiava tutto, mi gettai da un muretto di tre metri per festeggiare abusivamente la vittoria dell'Italia nella piscina comunale, le prime uscite in discoteca con amici mi facevano sentire fuoriluogo, triste e solo, i primi concerti da solo mi facevano sentire vivo e nel mio mondo,  capii che il primo amore non si scorda mai ma anche la prima auto non scherza e che di tutte le persone incontrate in quei 10 anni pochissime restarono anche solo qualche anno dopo (e questo fa capire quanto spesso diamo troppo importanza al presente e alle persone che ci stanno intorno), comprai una chitarra (che "voglio fare il cantautore") per lasciarla impolverire dopo pochi mesi, la visione di Elephant di Gus Van Sant mi sconvolse ("quanto un campolungo può somigliare alla morte"), iniziai il decennio scioccandomi con La Compagnia Dell'Anello per finirlo con degli occhialini di plastica per vedere dei Puffi un pò più alti, tentaii di cambiare mille volte ciò che non mi piaceva di me e mille volte fallii non sapendo ancora che nessuno si salva da se stesso, ma ero molto più idealista e illuso di adesso e spero che un pò di quel l'illusione restarà per sempre con me, che come mi aveva insegnato Jim Morrison proprio in quegli anni, meglio illusi che cinici, affrontai le prime morti 'giovani' e l'impotenza di quei momenti, che quando un amico perde un genitore, se è vera amicizia, allora il tuo dolore sarà poco sotto il suo, e per quel decennio e un cancro i miei figli non conosceranno mai la loro nonna, una persona che si descriveva con una sola frase di Paolo Coelho, improvvisai con i miei amici una corsa su sedie a rotelle nella hall dell'ospedale la notte prima che morisse come a volere dimostrarci più cinici e beffardi della morte stessa, Celebration Of The Lizard fu la colonna sonora perfetta per il corteo dall'ospedale in chiesa, restai impassibile al funerale per tutto il tempo finchè non si palesò davanti a me la professoressa di italiano, una delle donne più simili a mia madre, e tra le sue braccia scoppia a piangere a dirotto e capii che ero cresciuto senza un padre e adesso sarei dovuto diventare grande senza una madre. O forse non gli racconterò niente di tutto questo (apparte il finale, naturally). Ma non voglio che la mia gioventù offoschi la loro. Non voglio che quando ascolteranno quelle canzoni, guarderanno quei film, visiteranno quei luoghi, proveranno quelle emoziono pensino a quello che significavano per me e non a quello che significheranno per loro.
Che già quando sento degli adulti dire "io alla tua età ero già.." mi viene da pensare, vascobrondianamente, "genitori che non hanno preso abbastanza schiaffi dai figli". Però qualcosa gle la posso cmq raccontare di quegli anni zero.
Gli racconterò che erano anni difficili, che l'allarme clima smise come iniziò all'improvviso ma forse solo perchè semplicemente gli scienziati si stufarono di sbraitare ai potenti del mondo, che un giorno ci dissero che chi aveva comprato  case in America aveva spedito tutto il mondo in una crisi economica (o per lo meno così capimmo) e continuavano a ripetercelo finchè non ci credemmo davvero. Gli dirò che tutti i miei coetanei si ricorderanno per sempre cosa stavano facendo quando gli arrivò la notizia delle Torri e tutti noi ne abbiamo pianto, gli racconterò che l'America incapace di vedere il nemico dentro sè, andò a cercarlo da un'altra parte ("ad esportare democrazia" che termine terribile) trascinandoci tutti con sè in una guerra lampo infinita. Gli dirò che non esiste morte più brutta da quella per fosforo bianco come a Falluja, che parte della tristezza di quel decennio derivò dal fatto che si portò via Joe Strummer e Giorgio Gaber, che un pezzo di giornalismo se ne andò con Anna Politkovskaja e un altro ancora quando abbiamo visto Alfredo Pieroni piangere. Gli dirò che 6 anni su 10 eravamo governati da un imputato, una persona che, un anno dopo la morte della nonna osò dire che avrebbe guarito il cancro, proprio lui che con i tagli aveva dato la mazzata finale alla ricerca in Italia, un presidente del Consiglio condannato anni dopo per evasione fiscale. Gli racconterò che il terzo partito per tanti, troppi anni fu uno che usava come arma elettorale il ricatto della paura, della xenofobia, del razzismo più bieco per poi scoprire che usava i soldi del rimborso elettorale per pagare le spese al figlio del capo. Gli racconterò che la sinistra osò mettere come Ministro Della Giustizia Mastella e che i suoi deputati avevano tutti il cartellino del prezzo. Gli racconterò che l'Italia si divise per mesi sul destino di una povera ragazza che stava marcendo in un letto.   Gli racconterò che uno stupro a Roma occupò più spazio televisivo dell'11 settembre per biechi scopi di spostamento voti, che malgrado tutte le leggi vergogna in tv non si parlava altro che di Cogne o di Erika e Omar, che si osò dire che Della Chiesa fu ucciso dalla Brigate Rosse.
Gli dirò che Federico Aldrovanti (18 anni), Stefano Cucchi (31 anni), Sandri Gabriele (26 anni),  Carlotta Fondelli (18 anni) mi hanno insegnato che a volte non solo il bene porta una divisa, che bisogna guardarsi Diaz per capire quale ferita è stata aperta veramente nei giorni del G8, lontano dai titoli dei giornali, che quel 29 ottobre a piazza Navona fascisti chiamavano per nome altri fascisti, che forse non sapremo mai chi erano i Black Block, apparte Cossiga.
Questo sicuramente gli racconterò.
Perchè, come dice Pif nel finale di "La Mafia Uccide Solo D'Estate", la cosa più importante da insegnare ai propri figli è distinguere il bene dal male.

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