martedì 2 aprile 2013

Mi chiedo perché guardo ancora Ballarò

Tanto vale guardare la prossima edizione del Grande Fratello.
Che almeno lì un vincitore sicuramente c'è.
Ma davvero comunque. Posso capire mettersi a guardare Servizio Pubblico dove almeno lì c'è quel genio di Travaglio che le cose le sa spiegare splendidamente e non si nasconde dietro un dito come gli altri. E si, forse Santoro non sarà la persona più simpatica e capace del mondo (togli Travaglio al programma poi vedi chi ti vede..) ma seguendolo meglio devo ammettere che, nel suo essere pacato e moderato, si contrappone al meglio a certi assolutismi di Travaglio.
Peccato Sgarbi una puntata si e l'altra pure. E il finale di Vauro, figlio di una comicità che non mi fa ridere (non provate nemmeno a paragonarla a quella del Vernacoliere, che è di tutt'altra fattura e cattiveria). Ma tanto spengo sempre prima che inizi.
Ma Ballarò a che serve guardarlo? A me Crozza non fa neanche ridere (anche se lo apprezzo sicuramente più di Vauro).
E poi sempre con quei cazzo di servizi alla "che cosa ne pensa il web di questa situazione?" dove fanno vedere le note simpaticissimissime di facebook o le canzoni taroccate satiriche disegnando il web come una massa uniforme corrosa da un pensiero unico quando invece quella, cari miei giornalisti televisivi, è sempre stata la tv. Mai citare un blog dove chi vi scrive analizza in maniera lucida l'attuale situazione come che ne sono decine solamente qui su Blogger, vero?
Che non vorremmo mai che la gente si accorga che esista un'alternativa a Ballarò.
E poi, almeno da 4 settimane ad oggi il cast degli ospiti si compone così: un rappresentante del PD che dice che non si vuole alleare con il PDL, una rappresentante figa del PDL (giuro!!) che dice che il PD non può fare a meno di allearsi con il PDL, il direttore o vice di qualche testata simpatizzante a sinistra che dice di tutto per far finta di non essere simpatizzante a sinistra (che di questi tempi porta male..) e il presidente di qualche associazione in crisi italiana che dice guardate, gente, che noi siamo in crisi.
Poi c'è il momento del sontaggista che legge da un foglio quello che si può riassumere in guardate, gente, che noi siamo in crisi.
E poi i servizi con i grillini intervistati davanti a Montecitorio mentre entrano che dicano guardate, gente, l'Italia può aspettare.
E così mentre la lista dei suicidi tra gli imprenditori assomiglia ogni giorno di più ad un bollettino di guerra, questi parlano e io li guardo.
Ogni settimana puntuale finisco di lavorare e mi fiondo al televisore per, come tutti, CercareDiCapirciQualcosa®.
Lavoro, finisco, Floris.
Lavoro, finisco, Santoro (ma più che altro Travaglio).
Ormai da più di un mese.
E ascolto tutto e tutto mi scivola addosso e non mi rimane niente in memoria.
Nulla. Neanche una parola. Rimango tale e quale dell'opinione con cui ho iniziato a guardare il programma.
Anzi, qualcosa ho imparo in questo mese. Che, apparte il fatto del come mi sento molto intelligente quando mi sforzo ad ascoltare Travaglio, che, cavolo, sto ascoltando UnoCheNeSa®, e quindi lo faccio esclusivamente per la mia autostima, guardare stì programmi non serve ad un cazzo.
Che ognuno di quelli che parlano in questi programmi ha la sua verità che non cambia e quindi, cazzorola, anch'io ho la mia.

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