mercoledì 23 dicembre 2015

Catherine


Il 2015 è stato un anno importante per la mia carriera videoludica.
Diciamo che è diventata maggiorenne.
Lo testimonia il fatto che mai nei 4/ormai 5 anni che videogioco ho giocato e finito così tanti titoli. Una 20ina ma punto a finire altri 3 prima della chiusa.
E sono diventato anche più bravo! Buttala via come cosa visto che riesco a concludere dei giochi con meno morti e quindi con meno perdita di tempo.
O nel caso di Bayonetta a Normal, riesco a concluderli diciamo.
Cosa prima vi assicuro impossibile.
E i giochi hanno anche incominciato a influenzare la mia vita in positivo visto che mi sono accorto da un pò di tempo di avere sviluppato un ragionamento laterale che prima non avevo. Stupefacente!

Sicuramente un bel gioco che mette alla prova questo aspetto della mente umana è Catherine.
Gioco imperfetto quanto particolare e immersivo, ho amato lo scorso luglio Catherine per le tematiche che rispecchiavano quel particolare momento della mia vita  (ovvero il non legarsi con una persona quando non provi qualcosa di forte), per un gameplay divertentissimo (anche se a volte non rispondeva ai comandi e quando la telecamera non ti seguiva, diventava un gioco di riuscire a capire la combinazioni di tasti per far muovere il personaggio come si vuole..), per i boss tutti geniali e per questa storia del pensiero laterale (stavi un'ora su un pezzo e poi trovavi una strada alternativa che ti faceva passare in 2 secondi..).
Tra tutti i boss che ho amato di questo gioco, sicuramente il demone-culo è il più divertente e geniale!!

Finito 2 volte a difficoltà crescente e non c'ho giocato nemmeno quanto avrei voluto (tutta la parte Rapunzel quanto la vorrei sugli smathphone!!) che il backlog chiama.
Ah, e sulla tanto criticata storia vi porterei in sua difesa che non sarà un capolavoro e sul finale ha una sequenza micidiale di quei dialoghi prolissi che non dicano nulla che solo i giapponesi riescono a fare così bene (cioè male malissimo), ma almeno offre delle scelte multiple che fanno ad influenzare la trama anche in maniera drastica con interi pezzi di giochi stravolti.
Un lavorone, insomma, anche lì.

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