giovedì 5 febbraio 2015

Baroness - Yellow & Green (2012)

Altro disco doppio, altro intoccabile.
Scrivevo giorni fa degli Swans che pur facendo dischi immensi non riuscivo a concepirli senza una sola traccia in meno?
Ecco, ci risiamo. I Baroness fanno anche di tutto per farsi odiare, con una uscita-viva-ma-rimasta-sotto-di-brutto-dagli-anni-'80' che è Psalms Alive, canzone  che si trova al centro del secondo disco e che l'ascolti incredulo dal suo essere completamente scollegata dal resto.
Però poi pensi che anche se brutta davvero nessun altro gruppo potrebbe pensare a una canzone così . Nessuno, in questi tempi di band dal suono tutto uguale, sbaglia come possono permettersi di sbagliare i Baroness. Perché unici. E la personalità di questi tempi dove le canzoni belle sono quasi state già tutte scritte, è fondamentale, credete a me.
E i Baroness, nel loro hard rock nervoso ed adrenalinico (ma con sempre un occhio alla melodia) sono unici.
E comunque in 19 canzoni le perle ci sono e brillano anche per quelle più opache. Certo, nel finale di If I Forget Thee, Lowcountry (arpeggi sognanti neanche negli anni '50) la sensazione di presa per il culo e di allungo del brodo si palesa abbastanza ma va bene così.
Io a gente che scrive canzoni come la corsa contro il tempo che è Take My Bones Away o la delicata Twinkler, perdono tutto.
Persino Psalms Alive.

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