giovedì 8 ottobre 2015

La Parola World (Le Canzoni Che Stò Ascoltando 08/10/2015)

C'è solo una cosa da scrivere e in maiuscolo:
CHE DONNA!!

Playlist Youtube : https://www.youtube.com/playlist?list=PLj14OpMqNR1XVpSuQEvURdZKbzWzIx_ru

Portishead - Glory Box (edit) - 1994 - (Non dall'album ma dalla raccolta di remix Glory Times, fa solo ribadire che cavolo di canzone, in barba ai remix..).

Karl  Hyde - Shadow Boy - 2013 - (Ballata pianoforte e voce e qualsiasi cosa passi in testa all'ex-Underworld. Commovente).

Miss Kittin - Everybody Hurts - 2013  - (La canzone è quella e quindi già si parte bene. Interessante questa versione).

Visto che l'angolo '50 e prima l'ho saltato la scorsa volta, eccoci con 2 dischi di quell'antica epoca.
La seconda parte dell'album raccolta His Folkways Years 1963-1968 di Dock Boogs non aggiunge nulla. Più bianco che mai (in Railroad Tramp ormai la trasformazione è completata) ma rimane la qualità alta delle canzoni.
Naturalmente è anche una mazzata visto che ti ritrovi ad ascoltare 50 canzoni uscite o registrate nell'arco di 5 anni tutte in successione con un formula tra le più basiche. Insomma, è un facile rompersi le scatole (soprattutto nel finale anche se lì ti piazza un bluesone, Leave It There, come i vecchi tempi mica male) e la pausa della scorsa settimana era per questo.
Link album: https://open.spotify.com/album/4WMxXEUDqIGwWhCltLc0sM

L'altro album dei '50 ci presenta un nuovo eroe del blues e affini degli anni '30, quello che ha definitivamente trasformato l'hillbilly più bianco in country: Jimmie Rodgers. Più avanti parlerò di lui come persona (e la sua storia ne ha di belle da ricordare!!), per ora vi descrivo solo la parte musicale. Anche se praticamente basta una parola per racchiuderla tutta: il già citato country, basico da morire (anche perché gran parte delle basi sono state poste da lui) ma vitale e divertente. Rispetto alla Carter Family lui si scriveva le canzoni e suonava nei pub o nei teatri: le chiese non gli interessavano. Fu anche tra i  primi artisti a non farsi pagare una miseria i diritti per le sue canzoni. Insomma una figura ben definita a cui potremmo ardire a metterci l'etichetta artista contemporaneo (anche se oggi, con lo streaming e il download illegale questa figura sta di nuovo cambiando..). Una particolarità che era anche una pecca abbastanza ingombrante secondo me nella sua musica: il canto tirolese che metteva (almeno ad inzio carriera, dove sono arrivato io) in quasi ogni singola traccia. Rende le canzoni un pò  tutte uguali. Ma vedremo più avanti, dai..
Link album (che io mi stò ascoltando The Singing Brakeman versione 6 cd ma su Spotify non c'è..) :  https://open.spotify.com/album/6Kvi2T6STBaIxfqUUJIbb2

Continuo la discografia dei Ramones e siamo già al sesto album: Pleasant Dreams del 1981.

Siamo al sesto in 6 anni, ricordiamocelo, quindi magari, anche per la voglia di accessibilità nata dell'album precedente, questa sovrapproduzione non fece troppo bene alla qualità dell'album (cito unaAll Quiet On The Eastern Front troppo simile a cose già fatte anche per un gruppo non versatile come i Ramones oppure una She's A Sensation sgonfia). Ma comunque una manciata corposa di canzoni memorabili riesce a piazzarle soprattutto nella parte centrale.  E aggiungendo che non si rinnega ma neanche vi si fa troppo riferimento al criticabile End of The Century visto l'atmosfera alleggerita possiamo considerarlo un album meritevole eccome.
Link Album: https://open.spotify.com/album/4Z0YHXghWhViyBCpEulR2Z

E con Pj Harvey ormai siamo agli sgoccioli. Infatti sono arrivato al (per ora) penultimo, meraviglioso album: White Chalk del 2007.
Album meraviglioso ed influente non poco (per dire, To Talk To You si inventa Soap&Skin ed è tra le più deboli dell'album..) qui Polly sveste i panni di rocker e si mette davanti ad un pianoforte (a volte un ukulele ma poi poco altro - il momento più 'normale' e anche passatista sulla carriera ironicamente si chiama The Piano) con tutto il suo dolore. Questo è White Chalk. E se con tutto questo niente riesce a fare un album del genere allora anche i soliti detrattori della inglesi spero si siano ricreduti. Che qui niente ti salva, non la rabbia dei primi album, non l'elettronica di Is This Desire?, non il voler essere "puri e lo-fi" di Uh Uuh Her. Qui ti salvi nel non far annoiare l'ascoltatore dall'intero ascolto solo con la forza delle canzoni (Questa. Oddio questa.). E da una voce che viene da chissà quale mondo lontano. Mondo nel quale scappare per non sentire più dolore (o per sentirlo ancora di più, come hanno detto malignamente molti..) ma per comprenderlo, studiarlo e crearci bellezza. Anche meglio della Patti Smith degli anni '90, per rimane nei soliti contesti. Gigante.
Link Album: https://open.spotify.com/album/2CEb0oDMSohPUxE7rMgwMY

Ancora Fabri Fibra. Praticamente, cercando di trovare i live che uscirono con Mr. Simpatia mi sono ritrovato nel computer una bella cartellina con scritto Live&Rare. Pensavo di sbrigarmela facile ed invece nulla, la maggior parte sono le collaborazioni nei dischi di altri e un gran numero si salva eccome rappresentando una bellissima compilation per mostrare il panorama hip-hop italiano di qualche anno fa, prima che esplodesse. Da un malinconica Piccolezze ( è il 2003, che a pensare cosa sarebbe successo da lì a poco mette una tenerezza..), alla storica S.A.I.C. di Bassi Maestro, fino a Sono Un Prodotto dove scopro per la prima volta, almeno io, che Nesli in passato sapeva anche reppare. Insomma una raccolta preziosa e curioso facilmente accessibile dai meantri de L'Internet, basta cercare un minimo.

Un mesetto fa avevo abbandonato la visione dell'anime Capitan Harlock per noia ma una cosa mi aveva sicuramente colpito delle visione: le musiche.
Una figata immensa.
Così oggi mi sono ascoltato la OST e tutte le impressione che avevo avuto si sono confermate: è musica bellissima. Quel jazz orchestrale che descrive in maniera perfetta la malinconia e l'epicità della stria dell'esule teresste a comanda della Arcadia.
Purtroppo su youtube e Spotify il disco che ho ascoltato io non si trova. C'è solo la playlist dove racchiude un concerto che riprende le musiche di Harlock . 

Magari è meglio ma le registrazioni originali hanno quel gusto di "purezza" (con tanto di canzoni cantate in giapponese) che per me restituisce una vitalità inedita nella versione dal vivo.
Tra l'altro è bello snello come ascolto, una 50ina di minuti ed è finito. Autori copia e incollati: 
Seiji Yokoyama & Masaaki Hirao
Link Album: https://www.youtube.com/watch?v=66HocfVH7ok&list=PL7E80373D60AEF32D

Ascoltata la compilation Keysound Recordings Presents… This Is How We Roll del 2013 ed questo più o meno quello che ci sarebbe da dire. I più grandi produttori della label (Visionist, Beneath, Wen per dire i primi 3 che insieme inaugurano l'album) tutti insieme per un dubstep che spazia tra funky e horrorcore, tanto per fare, ancora una volta e col dovere di ringraziarli, intendere che il dubstep non non è solo quella cosa tarra alla Skrillex ma anche uno dei suoni migliore per descrivere questi anni '10. Insomma da ascoltare.
Link album: https://open.spotify.com/album/08mKZeHNMOwgtKRIX3wZ8d

Ok, Jerusalem In My Heart. Musica araba (gli strumenti suonati sono tutti tradizionali: buzuk, zurna, arpa..) su synth con quel gusto minimale tipico degli ultimi tempi (vedete alla voce Lonnie Holley). Lui, di origine libanese ma di stanza in Canada , quando canta strega con una voce suadente e quando suona riesce a creare con pochi intrecci, scenari meravigliosi (la lunga, ma che vorresti non finisse mai, 3andalib Al-Furat). Pezzi di sola elettronica (Yudaghdegh El-ra3ey Walal-Ghanam) si alternano senza soluzioni di continuità con pezzi analogichi senza creare alcun fastidio ma anzi dando grande continuità come se niente fosse fuori posto o contesto nell'album. Eh, si quasi mai i 2 mondi  si incontrano ma sono, più o meno, sempre separati. E quando si uniscono ciao.
Link Album: https://open.spotify.com/album/0q3eQ6nyLkgynaa97pkcS4

Rimaniamo nella world con un dischetto carino, fresco, per ricordarci dell'estate appena passata. Parliamo di Lek Sen, senegalese trasferito in Francia e della sua seconda fatica, Tomorrow del 2013.
Un album pop, che mischia reggae con cantautorato di stampo blues africano. Cioè ci sono 2 pezzi tranquilloni che aprano e chiudono l'album (bellissima sopratutto l'iniziale Ndobine ma anche Sanku non scherza, anzi) poi il resto siamo nella solita festa 'alla Marley' (Maney in questo è quasi didascalica). Magari avrei preferito un album un pò più a fuoco che andare dalle 2 precedenti detta ad una frizzante Jaam Mai Ka sembra di sentire un disco diverso ma sono cavolate da recensore quale non sono..
Link Album: https://open.spotify.com/album/4ozI7kPetZKn1rKM7c1SwS

Nota dolente della settimana (che in verità quello che ascolto e non mi piace non lo scrivo mai) il secondo album di Daniele Celona, Amantide Atlantide del 2015. Il primo, Fiori E Demoni, era stato una figata, una delle cose più fresche del cantautorato pop-rock degli ultimi anni. Il secondo è un lavoro veramente poco criticabile a livello concettuale (anzi, molte canzoni si allungano sviluppandosi in maniera inusuale rispetto all'esordio) ma non c'è una canzone che si ricordi. Però se il prossimo lavoro sarà la somma del buono dei 2 precedenti c'è da stare svegli la notte ad aspettarlo...

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