venerdì 19 settembre 2014

White Man In Hammersmith Palais - The Clash (1978)

I nati nell'88 (o qualche anno in meno o in più) sanno che se vogliono interessarsi alla musica
si troveranno di fronte ad una grande regola: prima era meglio, il sole splendeva di più, i prati erano più verdi,
non c'erano tutti questi smartphone a rovinarci la vita e soprattutto la musica rock era migliore.
Nettamente.
Quindi vivevi la tua passione con un senso di inferiorità perpetuo: gente come Clash, Pixies, Beatles non torneranno mai più.
E non perché ormai la musica su mtv faceva schifo ma anche quando ti avventuravi
in circoli alternativi (io vedevo sempre il canale tv QOOB con le sue 20 canzoni che passava a rota anche 3 volte al giorno e leggevo il mitico Mucchio)
le canzoni erano belle ma prima, ah prima si che ci sapevano fare.
Chi erano questi Arcade Fire, Franz Ferdinand, questi Bloc Party?
Che volevo aggiungere gli Artic Monkeys, i Kaiser Chiefs rispetto al passato?
Poco o nulla alla fine era la risposta. Però era cmq musica buona.
Buona non eccezionale però. Che prima era meglio. Che prima avevano già detto tutto, mi spiace, siete arrivati in ritardo.
Ecco a me questi discorsi sono sempre stati sul cazzo. Che nulla si crea e nulla si distrugge, che ogni scena musicale
deve avere almeno 20 anni per essere rivalutata (come negli anni
scorsi infatti si è rivalutato il quinquennio 88-93) anche i MIEI anni saranno rivalutati
anche i miei anni hanno gettato semi (a partire dagli Arcade Fire ma anche da un sacco di band canadesi a loro seguito)
che un giorno (secondo i calcoli intorno al 2030..) sarà rivalutata.
Detto questo, in parte è vero che molte band che prima c'erano adesso non ci sono più, gente con la voglia di sperimentare, gente
che non giravano sempre nel solito punto ma anche ne creavano un altro dove passare, gente con le palle che non si fermava
a dormire sugli allori.
Gente che insomma come quarto album fecero uscire quel lungo luna park che è Sandinista!, non quella noia di Reflektor.
I Clash sono la band preferita, sopratutto legato alla loro scoperta, al loro sconvolgermi la vita a 16 anni
al loro coincidere con una serie di fattori extra-musicali come primo amore-lavoro-amici, mica puzzole.
E White Man In Hammersmith Palais è una delle canzoni che meglio rappresenta la loro grandezza.
Non la migliore perché, come ho già detto, i Clash sono sempre stati una creatura mutaforma, in soli 5 anni (ripetete con me, CUT THE CRAP NON ESISTE)
ha esplorato decine di universi musicali, quindi scegliere una canzoni che li rappresenti è impossibile)
Però questa ha tutto. Il reggae mischiato al punk degli esordi, una linea melodica di una semplicità epocale,
un testo anti-razzista e fascista (ma anche no global, anti sistema, anti capitalismo: erano tempi confusi quelli..) che ho fatto ragione di vita, la voce del buon Joe. Insomma tutto quello che poteva fare paura in senso buono a un ragazzino di 16 anni quando avrebbe ascoltata la prima volta.
Per questo dico sempre che scoprire i Clash a 16 anni è come...scoprire i Clash a 16 anni!

Nessun commento:

Posta un commento